SEO per il no profit: le parole per promuovere la tua associazione

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14 Giugno 2022


Nel nostro articolo dedicato al Marketing per il no profit abbiamo accennato alle grandissime risorse che il digital marketing mette a disposizione delle piccole imprese, delle associazioni e delle organizzazioni senza scopo di lucro per permettergli di promuovere le loro attività e trovare persone interessate al proprio operato. Nella Mini guida pratica ci siamo poi soffermati ad analizzare quali aspetti non possono assolutamente essere tralasciati, insistendo sull’importanza di curare la propria presenza online per accogliere il proprio pubblico all’interno di un ambiente virtuale appropriato. Parlando del Digital fundrising abbiamo poi iniziato ad approfondire il discorso, proponendoci di trattare più nel dettaglio tutti quegli strumenti che possono rivelarsi utilissimi nella nostra opera di promozione online. Ed eccoci qui, pronti a tener fede al nostro proposito trattando uno dei temi più importanti del digital marketing per associazioni: la SEO per il no profit.

Per cogliere a pieno il ruolo di questo strumento e la sua rilevanza nell’ambito delle strategie digital dovremmo capire meglio come funziona un motore di ricerca, e magari riprendere alcuni concetti già introdotti all’interno degli articoli precedenti, ossia il marketing pull e la SERP. Senza dilungarci troppo, basterà ricordare che l’idea di pull marketing comprende tutto quell’insieme di strategie mirate ad attrarre il pubblico verso di noi, conquistandone l’interesse attraverso l’offerta di contenuti di valore. La SERP invece, acronimo di Searching Engine Result Page, è la pagina di Google in cui appaiono i risultati ad una ricerca che abbiamo fatto: considerate come le risposte più rilevanti a ciò che avevamo cercato, le prime posizioni della SERP costituiscono una vetrina importantissima.

Ma perché questi concetti dovrebbero aiutarci a capire l’importanza della SEO? Scopriamolo subito.

Come funziona un motore di ricerca?

Quando pensiamo ad internet dobbiamo immaginare un luogo astratto pieno zeppo di informazioni, generalmente racchiuse all’interno di pagine web. Per fare una similitudine con il mondo reale, possiamo pensare ad una enorme biblioteca in cui viene raccolto ogni tipo di conoscenza: ogni giorno i confini di questa biblioteca si estendono, mentre i volumi presenti al loro interno si moltiplicano. Ogni giorno, infatti, milioni di nuove pagine si aggiungono a quelle già esistenti, arricchendo ulteriormente la mole di informazioni disponibili.

In questo contesto, il motore di ricerca svolge una funzione importantissima. Se possiamo immaginare il web come una grandissima biblioteca in costante crescita, possiamo dire che Google e gli altri motori di ricerca non siano altro che degli esperti bibliotecari che ogni giorno si preoccupano di organizzare e mantenere in ordine tutte le informazioni presenti, in modo da poterci facilmente guidare verso gli argomenti di nostro interesse.

Proprio come un bibliotecario quando riceve un nuovo volume, ogni volta che una pagina web viene creata, i motori di ricerca sono invitati ad analizzarne il contenuto per poterla indicizzare, catalogandola opportunamente nei loro “schedari” virtuali.

Ma come fanno i motori di ricerca a capire di cosa tratta una pagina?

Gli aspetti presi in considerazione dai motori di ricerca per valutare il contenuto di una pagina sono tantissimi, alcuni esplicitamente dichiarati, alcuni ipotizzati da chi si occupa di SEO a partire dai risultati ottenuti e altri che sono ancora oggetto di discussione, di certo però uno degli elementi più utilizzati per definire l’argomento di una pagina sono le parole che la compongono.

Proprio come in ogni altro campo della realtà, anche nel web le parole utilizzate aiutano a inserire le informazioni all’interno di una rete di significati, permettendo ai motori di ricerca di capire di cosa tratta una determinata pagina. Sulla base delle parole utilizzate, quindi, Google andrà ad indicizzare le nostre pagine web, in modo da poterle richiamare prontamente nel momento in cui gli verrà sottoposta una ricerca a cui il nostro sito potrebbe fornire risposta.

Che cos’è la SEO?

Quando si parla di SEO, o Search Engine Optimization, ci si riferisce a tutte quelle operazioni che possiamo compiere per permettere al motore di ricerca di scansionare e indicizzare adeguatamente tutti i contenuti presenti sul nostro sito web, rendendolo adeguato a soddisfare tutti quegli standard qualitativi che permetteranno a Google di valutarlo adatto a rispondere alle domande del nostro pubblico.

Per elaborare una strategia SEO ben fatta gli aspetti da considerare sarebbero in realtà tantissimi, e riguarderebbero tanto i contenuti quanto la struttura stessa del sito web. Proponendoci di tornare in un secondo momento sugli elementi da non tralasciare in fase di progettazione e sviluppo, vorremmo ora concentrarci sull’impatto che può avere il contenuto testuale in ottica SEO.

Come abbiamo visto, uno degli strumenti principali utilizzati da Google per comprendere di cosa tratti una pagina sono le parole che vengono utilizzate al suo interno. A seconda dell’argomento che trattiamo, infatti, utilizzeremo termini differenti, sarà diverso il modo in cui le parole verranno combinate e varierà la frequenza con cui si ripeteranno: tutti questi fattori influenzeranno le valutazioni di Google, rendendoci più o meno adeguati (secondo la sua opinione) a rispondere o meno ad alcuni tipi di domande.

Come abbiamo già accennato, le parole non sono l’unico fattore da tenere in considerazione, ma per ora cerchiamo di concentrarci su questo.

Come scrivere contenuti SEO?

Una volta compresa l’importanza delle parole per permettere al motore di ricerca di identificare correttamente i nostri contenuti, non resta che capire come sceglierle e come utilizzarle. Ecco qualche consiglio.

Per prima cosa, chiediti di cosa vuoi parlare. Quali sono gli argomenti di cui ti occupi? Quali tematiche pensi che potrebbero interessare al tuo pubblico? Riuscire ad identificare i temi da trattare rappresenta infatti il primo passo da fare per poter elaborare un contenuto SEO di qualità. Per capire meglio quali parole chiave potrebbero intercettare meglio l’interesse del pubblico potrebbe essere utile ricorrere ad alcuni strumenti di monitoraggio come Google Search Console, ad esempio.

Una volta identificato l’argomento da trattare e tutte le possibili domande che gli utenti potrebbero fare in proposito, non resta che iniziare a scrivere. Per riuscire ad intercettare il traffico di quanti cercheranno informazioni in proposito a ciò di cui stiamo scrivendo è importante che nel nostro testo siano inclusi tutti i termini che questi potrebbero utilizzare: selezionare attentamente le keyword può essere importantissimo per riuscire a dare risalto ad un contenuto.

Non dobbiamo dimenticare però che la cosa più importante resta la qualità di ciò che stiamo scrivendo. Uno dei fattori che più influenzano l’opinione del motore di ricerca infatti è l’interesse che quel contenuto è stato in grado di suscitare in altri utenti (misurato sulla base di parametri oggettivi, come il tempo trascorso sulla pagina o il numero di click in ingresso). Più sapremo comporre un contenuto ingaggiante, quindi, più Google ci riterrà validi.

Dopo esserci assicurati di aver soddisfatto questi primi tre punti essenziali, ci sono altri piccoli accorgimenti che potrebbero fare la differenza:

Includere le keyword principali all’interno dei titoli H1 e H2

Migliorare la leggibilità del testo accompagnandolo a delle immagini che possano rendere la lettura meno impegnativa

Utilizzare la keyword principale come alt-text delle immagini inserite nel testo

Citare le fonti dei dati che riportiamo inserendo all’interno del testo link a siti autorevoli

Non ripetere in maniera eccessiva le parole chiave: è bene che siano presenti con una certa densità, ma meglio evitare il keyword stuffing.

Ma a cosa serve la SEO per il no profit?

Ed ecco che arriva il momento di riprendere i concetti di SERP e di pull marketing.

Come abbiamo visto, la SEO influisce moltissimo nel determinare il valore che Google ci riconosce e quindi la sua disponibilità a farci comparire tra i risultati di quanti cercano qualcosa di affine agli argomenti che trattiamo. Riuscire ad essere valutati positivamente dall’algoritmo del motore di ricerca moltiplica le nostre possibilità di apparire all’interno della SERP, una vetrina importantissima per intercettare un pubblico potenzialmente interessato a supportarci.

Quando le nostre entrate dipendono principalmente dal contributo volontario di quanti hanno deciso di supportarci, sfruttare ogni occasione a per farsi conoscere diventa importantissimo, ma bisogna fare attenzione a non sprecare  le risorse a disposizione. Specialmente quando si parla di no profit riuscire ad intercettare l’interesse dell’utente diventa una necessità assoluta, e quale modo migliore per conquistare l’attenzione di qualcuno se non rispondere alle sue domande?

Riuscire a creare dei contenuti SEO oriented per il nostro sito web potrebbe rivelarsi una strategia di marketing pull estremamente efficace: comparire all’interno della SERP quando qualcuno cerca informazioni riguardo i temi toccati dalle nostre iniziative lo aiuterà ad approfondire i nostri principi, entrando in contatto con la nostra realtà e con le attività che svolgiamo.


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